Museo della Civiltà e delle Tradizioni contadine
Il Museo della Civiltà e delle Tradizioni contadine, di tipo demo-etno-antropologico, è collocato nel borgo medievale di Castelvenere, caratterizzato da architetture, impianto urbanistico, torri e cantine tufacee che risalgono ai secoli XIV-XV.
Il Museo della Civiltà e delle Tradizioni contadine, di tipo demo-etno-antropologico, è collocato nel borgo medievale di Castelvenere, caratterizzato da architetture, impianto urbanistico, torri e cantine tufacee che risalgono ai secoli XIV-XV.
Attualmente il Museo ha come sede una cantina tufacea sita in Via Mulino, 1 che conserva utensili e strumenti artigianali usati dai produttori per lavorare le uve e conservare i vini, a dimostrazione della tradizionale vocazione del popolo vennerese all’attività vitivinicola.
Come erano le case dei nostri bisnonni contadini, artigiani e lavoratori di campagna? Come si svolgeva una giornata tipo? Come si procuravano il necessario per mangiare, vestire e scaldarsi? Queste le domande principali alle quali l’esposizione del museo offre la possibilità di rispondere, assieme ad altre più specifiche, relative alla terra, al ciclo di produzione del vino, alla vita della comunità locale. Domande che riguardano non solo il passato, ma anche il presente della nostra economia e della nostra società: che cos’è una barbatella? Come si fa l’orto? Come si svolgeva una lezione scolastica? E la processione di San Barbato?
Sono allestite quattro sezioni di esposizione:
- la prima riguarda le attività del mondo contadino nell’evoluzione secolare che la gente di Castelvenere ha realizzato soprattutto nel campo vitivinicolo di qualità; parte integrante di questa sezione, insieme agli utensili del lavoro agricolo e domestico sono le famose e suggestive cantine tufacee;
- la seconda sezione è rappresentata dalla memoria fotografica della comunità castelvenerese riguardante matrimoni, feste laiche e religiose, giochi popolari, momenti della vita nei campi, pellegrinaggi ai luoghi di culto;
- la terza sezione riguarda la figura di San Barbato nato a Castelvenere nel 602, Vescovo di Benevento, di cui fu defensor civitatis, autore dell’incontro tra Ariani e Cristiani nella storia della Langobardia Minor con capitale Benevento;
- la quarta sezione riguarda la memoria più antica, archeologica e preistorica, caratterizzata da epigrafi sannitico-romane, cippi e resti del sito della Palafitta di Castelvenere.
Il Museo si presenta diffuso nel territorio collegato con la Villa Romana, in contrada San Tommaso, i cammini di culto di contrada Foresta e il Casino Brizio del Settecento borbonico.
È aperto le domeniche dalle 10.30 alle 12.30 e su prenotazione o a chiamata.
Ultimo aggiornamento
15 Giugno 2023, 13:14